La Consigliera di parità entra come "parte offesa" nei processi penali

TERAMO – Un provvedimento destinato a fare giurisprudenza e, ci si augura, a costituire un esempio per altri Tribunali italiani: la Consigliera di Parità della Provincia entra d’ufficio, quale parte offesa, nei processi che implicano forme di discriminazione di genere non solo in sede civile ma anche in sede penale. A firmarlo, ieri mattina, è stato il procuratore capo del Tribunale di Teramo, Gabriele Ferretti, che lo ha consegnato ad Anna Pompili, la Consigliera di parità che in questi mesi ha lavorato a questo risultato in collaborazione con gli uffici e le strutture del Palazzo di giustizia. Ferretti, quindi, ha disposto che nelle richieste di rinvio a giudizio per “fatti delittuosi” che hanno avuto carattere discriminatorio, l’ufficio della Consigliera di parità venga indicata come persona offesa in quanto “soggetto danneggiato dal reato”. “Un segnale forte per le vittime di discriminazione del quale siamo molto grati al Procuratore Ferretti e a tutti i suoi collaboratori – ha dichiarato Anna Pompili – la maggior parte dei casi di discriminazione rimane confinata nell’ambito del lavoro e sono tanti e tante quelli che non denunciano per il timore di perdere il posto, di perdere il reddito necessario a mantenere la proprio famiglia. La direttiva, rafforzando il ruolo che può svolgere l’Ufficio di Parità attribuendogli la possibilità dell’azione risarcitoria, conferisce una altra forma di tutela a fianco delle donne e di chiunque subisca discriminazioni di genere”. La Pompili sottolinea quanto il provvedimento sia oltremodo significativo anche per l’aspetto squisitamente economico e annuncia che “le eventuali somme risacitorie saranno utilizzate in azioni concrete e in particolare per diffondere la cultura della non violenza”.